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Un bel giorno

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Come un incubo ricorrente torna

l’immagine delle sette e diciannove

in pixel rossi su un orologio stradale

campi ghiacciati, senegalesi al semaforo,

il motore e i vetri a cui non ho concesso

il tempo del risveglio, per fortuna Ligabue

mi conforta, tira via la rabbia e la tristezza,

mi fa andare avanti, nonostante abbia

il semaforo rosso: quattro minuti d’attesa,

ansia di parcheggiare tra posti riservati  e

divieti dovuti alla burocrazia,

nonostante la corsa e le scale a salti,

estraendo il budge, rigirandolo per il verso giusto

e strisciandolo al volo,

solo dopo, guardare e sospirare.

Ecco, basta che segni le sette e trenta e qualche secondo,

per essere obbligati,

a trattenersi almeno quindici minuti in più, 

...:“il software funziona così”: ,

a doversi giustificare,

a testa bassa, con il capo settore,

che di solito é rigido, applica il regolamento che

...:"prevede il biasimo...per par condicio

nei confronti degli altri ”:.

Un bel giorno, tutti, li mandai tutti affanculo e che,

che strana sensazione, la vita tornava,

sì tornava, tornava ad appartenermi!

 

 Nando - 18/11/2016 10:31:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Siccome non ero sicuro che i funghi crescessero ai piedi degli alberi, sono andato a controllare sul web, lì ho visto che i funghi ai piedi lo riferirscono anche ai piedi umani.

Il mio non voleva essere un incoraggiamento, ma un riconoscimento: il passaggio del "Liga" e la chiusa, nel contesto testuale del prosaico quotidiano, restituito attraverso la lingua poetica, sono il "fungo" riportato nella cesta del ritorno. Poi, ogni riscrittura è pur sempre possibile, ma questo è tutto un altro discorso e non appartiene al momento del piacere di leggerti.

 Klara Rubino - 18/11/2016 09:24:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Certamente meglio un fungo ai piedi dell’albero che un fungo ai piedi!
Scusa, mi è venuta, grazie Nando, grazie per l’incoraggiamento!
Buona giornata!

 Nando - 18/11/2016 06:59:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

C’è un fungo ai piedi dell’albero, non torneremo a mani vuote.

 Salvatore Pizzo - 17/11/2016 17:58:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Quale e quanta angoscia che metti con questi tuoi versi. Per fortuna, alla fine, c’è la chiusa, così liberatoria, da lasciare respirare i pori più nascosti: anch’essi urlanti un vaffa’dei più nitidi e generosi...
Ah come mi piace questo tuo saper trasformare in poesia anche gli eventi, più angoscianti e scabrosi, di questo vivere sul filo del momento, sotto la spada di Damocle della gogna del ritardo...
Piaciutissima
Un caro saluto...

 Klara Rubino - 17/11/2016 12:12:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Una volta, avevo la solita fretta, c’era la macchina dei carabinieri che intralciava, a passo d’uomo in mezzo alla strada, gli suonai; loro mi fermarono; dissi:" non posso faccio tardi, poi se racconto che mi hanno fermato i carabinieri non mi credono!";mi hanno lasciato andare, un po’alterati!

Riguardo i colleghi, volevano trattenermi, per quello...!

 Franco Bonvini - 17/11/2016 11:29:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Ma sì.. perchè mandarci solo il caposettore? Mandaceli tutti, per par condicio :)

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