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al testo di Klara Rubino
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Come un incubo ricorrente torna l’immagine delle sette e diciannove in pixel rossi su un orologio stradale campi ghiacciati, senegalesi al semaforo, il motore e i vetri a cui non ho concesso il tempo del risveglio, per fortuna Ligabue mi conforta, tira via la rabbia e la tristezza, mi fa andare avanti, nonostante abbia il semaforo rosso: quattro minuti d’attesa, ansia di parcheggiare tra posti riservati e divieti dovuti alla burocrazia, nonostante la corsa e le scale a salti, estraendo il budge, rigirandolo per il verso giusto e strisciandolo al volo, solo dopo, guardare e sospirare. Ecco, basta che segni le sette e trenta e qualche secondo, per essere obbligati, a trattenersi almeno quindici minuti in più, ...:“il software funziona così”: , a doversi giustificare, a testa bassa, con il capo settore, che di solito é rigido, applica il regolamento che ...:"prevede il biasimo...per par condicio nei confronti degli altri ”:. Un bel giorno, tutti, li mandai tutti affanculo e che, che strana sensazione, la vita tornava, sì tornava, tornava ad appartenermi!
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